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TESS : a chance of discovering a new Earth within 2 years

TESS: una possibilità di scoprire una nuova Terra entro 2 anni

11 May. 2018

E se il prossimo pianeta ospitante la vita e simile alla Terra venisse scoperto entro i prossimi 2 anni ?

Sebbene la risposta non sia così ovvia come potremmo immaginare, non è nemmeno impossibile, grazie al lancio molto recente della missione spaziale TESS della NASA.

La caccia agli esopianeti non è mai stata al centro delle nostre preoccupazioni come oggi!

Come è iniziata l’indagine sugli esopianeti?

Dalla scoperta del primo esopianeta nel 1992 (chiamato Poltergeist e orbitante attorno a un Pulsar), l’umanità ha preso coscienza che l’Universo, nonostante la sua immensità, potrebbe nascondere altri pianeti, altri sistemi solari e persino potenzialmente altre Terre, dove la proliferazione della vita potrebbe essere possibile.

Prima della nascita dei telescopi spaziali, questi pianeti orbitanti attorno a stelle straniere situate all’interno della nostra Galassia venivano scoperti principalmente in piccola quantità, utilizzando solo telescopi terrestri.

Abbiamo dovuto aspettare gli anni 2000 per il famoso Telescopio Spaziale Hubble usato per la prima volta come strumento per cercare esopianeti. Il suo compito principale era confermare la presenza di esopianeti precedentemente scoperti. Successivamente, il 22 marzo 2005 la NASA annunciò che il suo telescopio Spitzer effettuò la prima osservazione diretta di un esopianeta mai realizzata. Tuttavia, le prestazioni e la disponibilità dei telescopi Hubble e Spitzer non li rendono sufficientemente adatti per raggiungere i risultati altamente attesi necessari per questo tipo di ricerca.

La NASA ha quindi deciso di lanciare una missione spaziale interamente dedicata alla caccia agli esopianeti: Kepler.

Il desiderio di andare oltre

Se il numero di esopianeti scoperti a maggio 2018 ha raggiunto 3767, è principalmente grazie alla missione Kepler che conta 2512 esopianeti confermati per sé. Decisamente la quantità più grande di esopianeti per una singola missione.

Dopo 9 anni di attività, la fine della missione Kepler si avvicina e attualmente sta trasmettendo i suoi ultimi dati prima che la NASA decida di spegnerlo per sempre. Tuttavia, uno dei principali svantaggi rimane la sua stretta area di monitoraggio, che non era ampia come quella che la prossima generazione TESS eseguirà.
È ora di immergersi nei dettagli scientifici e tecnici di TESS.

TESS: una missione prolifica in arrivo

Il Transiting Exoplanet Survey Satellite (o TESS) è stato lanciato il 18 aprile 2018 da un razzo SpaceX Falcon 9.
TESS non è un singolo telescopio spaziale ma in realtà un satellite con quattro telescopi a campo ampio integrati. Durante la sua missione stimata di durata due anni, gli scienziati vogliono monitorare più di 200 000 stelle luminose e rilevare potenziali variazioni di luminosità causate dal passaggio di un esopianeta davanti al disco della sua stella ospite. Questo metodo di rilevamento degli esopianeti è chiamato “metodo del transito”.

Quindi, l’ambizione di TESS è svelare almeno 20 000 esopianeti di cui il 5% sarebbe simile alla Terra, in termini di dimensioni.

Questa ambizione non potrebbe mai essere realizzata senza scandagliare l’intero cielo stellato. Una delle caratteristiche principali di questo telescopio spaziale è infatti la capacità di utilizzare quattro telescopi a grande apertura (f/1.4), coprendo una ampia zona di 24×24 gradi ciascuno. Di conseguenza, la zona totale utilizzata da TESS è 400 volte più grande di quella utilizzata dal telescopio Kepler!

Come rileva gli esopianeti TESS?

Quasi tutto il cielo sarà osservato e diviso in emisferi Nord-Sud che contano 13 zone ciascuno. TESS eseguirà il monitoraggio di una singola zona per 4 settimane. Ciò significa che le 26 zone saranno completamente monitorate dopo 2 anni.

L’orbita in cui il telescopio è stato posizionato è fortemente ellittica, con un periodo di 14 giorni. Ad ogni avvicinamento alla Terra, TESS trasmetterà sistematicamente i dati acquisiti durante le sue misurazioni di 2 settimane. Infatti, questi dati sono principalmente immagini scattate dai quattro sensori CCD da 16,8 Mega pixel ciascuno. Sono estremamente rilevanti perché contengono tutte le proprietà fotometriche delle stelle, cioè la loro variazione di luce nel tempo.

Da queste misurazioni, non solo si può dedurre la dimensione degli esopianeti ma anche i parametri orbitali come il periodo orbitale, la distanza dalla stella ospite… Una stima della loro massa può essere fatta solo dai più grandi osservatori terrestri.

Catturare qualche esopianeta con il proprio telescopio non è fantascienza!

Tuttavia, osservare esopianeti non è limitato solo alla ricerca scientifica e professionale. Usando telescopi meno sofisticati, accessibili agli amatori, è effettivamente possibile rilevare alcuni esopianeti con il metodo del transito come TESS. Un telescopio con una lunghezza focale minima di 400 mm, un diametro da 80 mm e una camera – le stesse specifiche del telescopio Stellina per esempio) ti permette di fare le tue prime osservazioni nella caccia agli esopianeti.

Come probabilmente avrai intuito, TESS è destinato a ottenere curve di luce più sensibili e ha un’efficienza molto più alta. La sua missione scientifica dovrebbe iniziare a metà giugno, poco dopo aver raggiunto la sua orbita di lavoro.

Guillaume Doyen